Rilasciati due dei 17 presunti jihadisti, il Procuratore: "Nessun errore, è la legge"
La Procura di Trento non ha confermato l'ordinanza emessa da Roma per sette dei 17 arrestati nel blitz dei Ros, in realtà solamente due dei presunti jihadisti meranesi escono dalle carceri di Trento e Bolzano. Uno dei due avrebbe detto, durante l'interrogatorio di garanzia, di essere finito nel "giro" per interessi puramente religiosi
Ha suscitato scalpore la decisione della Procura di Trento di non confermare le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dalla Procura di Roma per sette dei 17 presunti terroristi arrestati nel blitz dei Ros della settimana scorsa. Le accuse rimangono e nessuno esce dall'inchiesta, ma "non sussistono i presupposti gravi, tali da richiedere esigenze cautelari" ha spiegato il Procuratore Amato in una conferenza stampa convocata oggi a Trento proprio per fare il punto della situazione dopo le reazioni di quotidiani ed opinione pubblica, "con assoluta serenità, come dev'essere svolto il lavoro di un magistrato" ha aggiunto.
Va ricordato che dei sette "scarcerati" in realtà solamente due escono dal carcere, precisamente dalle case circondariali di Trento e di Bolzano. Resta in carcere il presunto capo della cellula meranese, Abul Rahman Nauroz. Tre persone per cui non è stata confermata l'ordinanza di custodia cautelare risultano, come al momento dell'esecuzione degli arresti, irreperibili; un altro membro è considerato morto in Iraq nel 2014 ed una quarta persona è già in carcere in Gran Bretagna. Uscirà dal carcere di Trento Hama Mahmoud Kaml, 31 anni, e da quello di Bolzano Mohamad Fatah Goran, 29 anni, che pare abbia dichiarato, nell'interrogatorio di garanzia, di essere finito nel "giro" di Nauroz con intenti puramente religiosi.
Nessun errore di trascrizione dunque, come scritto da alcuni quotidiani per i quali il Procuratore ha già annunciato una probabile querela, ma "una valutazione caso per caso delle singole posizioni - queste le dichiarazioni di Amato raccolte dall'Ansa regionale - Voglio ricordare che la legge è unguale per tutti". Quanto ai risvolti delle indagini eseguite dai Ros nel corso di cinque anni il Procuratore capo di Trento specifica: "Non possono essere solo il contatto o la rappresentazione del pensiero a sostanziare il reato". Spetterà al gip di Trento, Francesco Forlenza, l'esame delle posizioni di altre dieci persone, per le quali la misura richesta da Roma è stata invece confermata.