Profughi: marcia di protesta da via Ghiaie al centro
Moltissimi richiedenti asilo ospitati nella residenza Fersina di via al Desert hanno lasciato l'edificio, forse dopo la notizia dell'espulsione degli 8 "ribelli" di via Brennero, e stanno camminando verso il centro
Migranti in marcia dalla residenza di via Fersina verso la città. Si tratta con tutta probabilità di una protesta visto che alcuni di loro reggono in mano dei cartelli. Potrebbe essere una reazione alla notizia dell'espulsione dai programmi di accoglienza degli 8 richiedenti asilo che organizzarono la protesta in via Brennero.
(ore 9.00) La notizia è arrivata in redazione poco fa, e non si conoscono ancora le ragioni del gesto. Come si vede dalla foto i migranti accolti alla residenza Fersina hanno lasciato la palazzina camminando lungo il marciapiede verso via Ghiaie. In questo momento è arrivata anche un'auto della polizia.
(ore 10.00) Nel frattempo un altro presidio di migranti si è riunito all'angolo tra via Pozzo e via Torre Vanga, anche in questo caso la situazione è monitorata dalle forze dell'ordine. Il corteo spontaneo sta attraversando le vie del centro storico, sembra diretto verso la Questura. Si contano circa 70-80 persone, niente urla nè slogan, il corteo procede a passo veloce seguitto da Polizia Locale e Polizia di Stato
Il corteo ha imboccato via Fiume, quindi corso Tre Novembre, ed ora viale Verona, diretto con tutta probabilità verso la Questura.
Ecco com'è andata: la Questura ha annunciato il collocamento di due unità di personale in più all'Ufficio Immigrazione per consentire tempi più rapidi nell'approvazione delle pratiche di richiesta di asilo, clicca qui...
Si tratta di una marcia assolutamente pacifica: i manifestanti camminano sui marciapiede ed aspettano il verde ai semafori per attraversare la strada. A rallentare il traffico è piuttosto l'auto della polizia che segue il corteo dalla strada a passo d'uomo. Quando qualcuno urla qualcun altro lo placa subito dicendo "piano, slow". Sui cartelli che reggono in mano ci sono frasi, in inglese, come: "Siamo qui da sei mesi", No questura", "Siamo per la protezione internazionale". Chiedono dunque lo status di rifugiati, riconoscimento che può comportare anche un anno e mezzo di attesa, periodo durante il quale non si può lavorare nè avere un vero permesso di soggiorno.
In questo momento (ore 10.50) sono arrivati alla Questura, ad attenderli gli agenti in tenuta antisommossa dietro ai cancelli sbarrati. AGGIORNAMENTO: alcuni rapppresentanti dei richiedenti asilo saranno ricevuti in Questura, clicca qui