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Cronaca Centro storico

Poli sociali: aumentano le povertà dovute alla crisi economica

"La crisi economica ha evidenziato alcuni aspetti che incidono sulle capacità di autonomia delle persone anche sul piano economico, e che spinge gli operatori ad interrogarsi su nuove strategie d'intervento"

Nel 2011 i cinque poli sociali del Comune di Trento hanno seguito complessivamente, attraverso l’attività professionale degli assistenti sociali, 4.651 persone. Sul totale delle persone seguite il 34% sono state persone anziane, il 25% persone adulte, il 41% appartenevano all’area minori e famiglie, con delle percentuali sostanzialmente invariate rispetto all’anno precedente. L’organizzazione dei cinque poli sociali dislocati sul territorio comunale (Gardolo e Meano, Centro storico-Piedicastello-Bondone-Sardagna, S.Giuseppe-S.Chiara-Ravina-Romagnano, che dal 2012 segue anche Aldeno-Cimone-Garniga, Oltrefersina-Mattarello e Argentario-Povo e Villazzano) vede la presenza di un’équipe multiprofessionale che si propone di offrire al cittadino un servizio completo nel suo ambito d’intervento.

L'attività 2011 registra "un generale affaticamento delle famiglie, sempre più impegnate a sostenere compiti di cura plurimi e a rispondere a situazioni di difficoltà a cui si aggiunge la diminuzione delle reti parentali di riferimento (aumento famiglie monogenitoriali, separazione, invecchiamento popolazione), aspetti che spingono a cercare in maniera crescente nuove compensazioni, per aumentati livelli di precarietà lavorativa, economica e relazionale".
 
Anche la "vulnerabilità economica" è un altro fattore che in questi ultimi anni ha visto modificarsi significativamente le caratteristiche delle persone che presentano questo tipo di bisogni. Fino a qualche anno fa le persone o le famiglie chiedevano aiuto in momenti difficili della loro vita, prevalentemente a causa di eventi critici o di fragilità personali. Oggi le richieste sono più diffuse. L’intervento assistenziale, rivolto a fasce di popolazione definite, era in passato di breve o media durata, in quanto il mercato del lavoro riusciva ad inserire queste persone. Negli ultimi due anni emerge invece "un bisogno economico da parte di persone entrate in una condizione di povertà per una serie di concause più di carattere sociale che legate a storie e vicende personali. Infatti la crisi economica ha evidenziato alcuni aspetti, meno evidenti, che incidono significativamente sulle capacità di autonomia delle persone anche sul piano economico, e che spinge gli operatori ed il territorio ad interrogarsi su nuove formule o strategie d’intervento".
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