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Cronaca Roncegno Terme

Monte Zaccon: entro quattro mesi il progetto di bonifica

Via libera dalla Giunta provinciale al piano di bonifica dell'ex cava di Monte Zaccon nel Comune di Roncegno, Valsugana. Il sito, fortemente contaminato a seguito del suo utilizzo come discarica industriale, è stato messo sotto sequestro nel 2008. Ora il Comune ha 4 mesi di tempo per presentare il progetto

Il Comune di Roncegno, che si avvarrà del supporto dell'Agenzia provinciale per le opere pubbliche e dell'Agenzia provinciale per la depurazione, ha quattro mesi di tempo per predisporre il progetto di bonifica e di messa in sicurezza del sito della ex cava di Monte Zaccon, che la Giunta provinciale dovrà approvare entro il termine di 90 giorni. Successivamente si darà avvio ai lavori, la cui vigilanza sarà effettuata congiuntamente dal Comune e dall'Agenzia provinciale per la Protezione dell'ambiente. Lo prevede il piano di caratterizzazione e l'analisi di rischio dell'area della ex cava di Monte Zaccon, predisposti dal Comune di Roncegno Terme con il supporto dell'Agenzia provinciale per la depurazione, secondo quanto previsto dall'accordo di programma sottoscritto in Provincia lo scorso giugno per coordinare gli interventi di messa in sicurezza del sito.

L'ex cava è stata messa sotto sequestro dalla Procura della Repubblica nel 2008 a seguito di indagini ambientali svolte dal Corpo forestale dello Stato (non provinciale) dopo che alcuni cittadini della Valsugana si erano rivolti, inutilmente, ai controllori provinciali. Per farsi un'idea della situazione basta dare un'occhiata a pochi e semplici dati: delle 419.852 tonnellate di rifiuti smaltiti a Monte Zaccon tra il 2007 ed il 2008, solo il 6,6% era conforme ai limiti. Nella relazione commissionata all'Ispra dal Ministero dell'Ambiente si dice chiaramente che la presenza di rifiuti anche pericolosi e di percolato contenente sostanze pericolose nel suolo, determina "un rischio sanitario dovuto alla insalubrità dell'area se utilizzata per l'uso previsto (agricolo e a verde). Vi sono infatti pericoli per la salute umana dovuti alla presenza di sostanze (tra cui metalli pesanti e idrocarburi) in concentrazioni tali da rendere le due aree di smaltimento "siti contaminati" e rendendo necessaria, al fine di ripristinare il loro uso previsto, la bonifica".

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