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Cronaca Piazza Dante

Scuola, mamme contro le due ore in più: "Siano gli esperti ad esprimersi"

La petizione, sostenuta dal consigliere Civettini, ha raccolto in poco tempo 1200 firme. Si chiede che siano degli esperti a valutare il carico di lavoro, la "riforma" era stata però approvata all'unanimità dal Consiglio

Un gruppo di mamme, accompagnate dal consigliere Claudio Civettini e guidate da Anna Baldi, hanno consegnato nella mattina di oggi al Presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti una petizione in rappresentanza di 1200 genitori, che dice no alle due ore obbligatorie aggiunte all'orario scolastico dalla riforma della scuola approvata nel giugno scorso dal Consiglio provinciale.

"Chiediamo, che sia una commissione di esperti a pronunciarsi sui vantaggi e svantaggi che tale decisione può avere nei confronti dei bambini, a livello fisico, psicologico e di apprendimento, lasciando da parte gli interessi degli adulti, siano essi genitori, insegnanti, dirigenti o politici - si legge nella petizione le cui sottoscrizioni sono state raccolte in pochissimi giorni e sono dunque destinate a salire -. Non è la quantità, ma la qualità a determinare il successo di un modello di istruzione, hanno aggiunto: “qui non vengono considerate le esigenze vere dei bambini che questa norma obbliga a trascorrere 36 ore settimanali all'interno di un edificio scolastico. Attenzione” hanno precisato: "queste due ore sono già facoltative, quello che contestiamo è l'introduzione dell'obbligo”.

Civettini e Dorigatti hanno confermato che su questo tema il Consiglio provinciale si era espresso all'unanimità. “Ciò non toglie - ha assicurato il consigliere della Civica trentina - che alla luce delle motivazioni dei firmatari della petizione e delle argomentazioni che sono alla base della richiesta, non si possa  tornare sull'argomento”. Dorigatti ha spiegato l’iter della petizione: appena accertata la regolarità della raccolta firme, il documento sarà affidato alla Commissione legislativa competente che avrà sei mesi di tempo per produrre una relazione da sottoporre all’attenzione del Consiglio provinciale.

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