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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Rovereto

L'assassino confessa: "Ho ucciso per le avances di Cristian"

L'arresto risulta avvenuto l'altro ieri nella stazione ferroviaria da parte della Polfer, proprio il giorno del delitto. Carmelo Monforte si trova quindi in carcere a San Vittore, dove ha confessato il delitto

Un uomo arrestato a Milano per furto di carte di credito sarebbe il presunto colpevole dell'omicidio scoperto a Rovereto lunedì. L'arresto è avvenuto lunedì mattinai nella stazione ferroviaria di Milano da parte della Polfer, il giorno dopo il delitto. L'uomo si trova quindi in carcere a Milano, dove è stato interrogato. Il fermato è Carmelo Monforte, 43 anni, originario di Giarre, in Sicilia, ma domiciliato a Trento. Monforte, secondo gli inquirenti, avrebbe conosciuto la vittima, Cristian Gottardi, venerdì sera a Trento. Cristian Gottardi lo avrebbe invitato a casa sua, a Rovereto, domenica per pranzo, dove sarebbe poi scoppiata una lite degenerata nell'omicidio. Il pm roveretano De Angelis ha già emesso un decreto di fermo: l'accusa, per Monforte, è omicidio volontario.

L'arresto

Tra le primissime indagini effettuate dai carabinieri c'è stata quella dei tabulati telefonici del cellulare della vittima. Sono subito saltate agli occhi degli investigatori una serie di chiamate in entrata ed uscita fatte da e a un numero sconosciuto. Una rapida ricerca ha permesso di stabilire che quel numero era intestato ad una donna, ma in un uso proprio a Monforte, il quale convive con la signora in un appartamento di via Conci a Trento. Rincasato domenica dopo essere stato a casa della vittima, Monforte si sarebbe comportato in modo strano, raccontando in modo vago le sue ultime ore alla compagna. Il giorno successivo, lunedì mattina, il presunto assassino avrebbe fatto le valigie di buon ora e sarebbe partito in treno alla volta di Milano. Qui, però, è stato fermato dalla Polfer mentre cercava di utlizzare una carta di credito risultata rubata ad un terza persona, che nulla ha a che fare con l'omicidio. Un passo falso che è costato a Monforte il fermo. Una volta portato in carcere a San Vittore il 43enne è stato sentito  come persona informata sui fatti, visto che la polizia milanese si è subito messa in contatto con i carabinieri di Trento, che nel frattempo avevano già puntato la loro attenzione su Monforte. Nei successivi interrogatori le domande degli inquirenti si sono fatte sempre più stringenti, fino a quando l'uomo non è caduto in contraddizione. Durante il colloquio con i carabinierdi Trentoi il 43enne sarebbe poi scoppiato a piangere, confessando il delitto e le modalità con cui sarebbe avvenuto. Diversi particolari del racconto di Monforte, comunicano dall'Arma, collimano con le risultanze investigative acquisite sin ora. Per i riscontri analitici sul coltello e sulle prove raccolte sulla scena del delitto, affidate al Ris, ci vorrà ancora qualche giorno.

Il movente

Secondo la confessione fatta dal presunto assassino ai carabinieri, lui e Cristian Gottardi si sarebbero conosciuti l'11 maggio, alla stazione ferroviaria di Trento. Il 13, giorno del delitto, Gottardi avrebbe invitato Monforte nella casa sua a Rovereto per pranzo. I due hanno mangiato una pizza assieme, poi, tra le 17 e le 18 è successo il dramma. Secondo il racconto che Monforte ha fatto in carcere ai carabinieri di Trento recatisi a San Vittore per interrogarlo, la lite sarebbe scoppiata per delle avances fatte dal padrone di casa nei confronti del 43enne: pressioni che avrebbero portato Gottardi a chiudere a chiave la porta del suo appartamento per non far uscire Monforte, il quale - a quel punto - sarebbe passato alle vie di fatto, impugnando un coltello da cucina e colpendo sette volte la vittima. Quindi il ritorno a casa, i silenzi con la compagna, la fuga verso Milano e l'arresto.

 

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