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Cronaca

Statuto dell'Università di Trento discriminante per i dottorandi, interrogazione parlamentare

Lo statuto dell'Università di Trento non prevede rappresentanza accademica ricercatori e dei dottorandi. L'accusa arriva dal capolista dei Riformisti Alexander Schuster che ha annunciato di aver promosso tramite l'onorevole Riccardo Nencini, un'interrogazione parlamentare

Alexander Schuster, capolista dei Riformisti per l'Autonomia, ha promosso una interrogazione parlamentare per chiarire eventuali aspetti di illegittimità dello statuto dell'università di Trento. Il candidato riformista, grazie al sostegno del Partito Socialista Italiano e in particolare del suo segretario nazionale onorevole Riccardo Nencini, capogruppo vicario del Gruppo delle autonomia, ha infatti raccolto il materiale che Nencini utilizzerà min un documento che sarà depositato tra le interrogazioni al Senato nei prossimi giorni. Come già denunciato più volte dallo stesso Schuster, il nuovo statuto esclude a priori i giovani ricercatori e i dottorandi dalla rappresentanza accademica. Una situazione che nel 2012 condusse Schuster a prendere la decisione di dimettersi dalla presidenza dell'Adi, l'Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca Italiani.

Nell'interrogazione si chiede al Governo se il nuovo statuto dell'ateneo trentino appaia compatibile con l'eguaglianza che deve contraddistinguere tutti gli studenti all'interno dell'ordinamento universitario italiano: il nocciolo della questione sta nel fatto che soltanto quelli del primo e secondo ciclio abbiano diritto ad avere una rappresentanza accademica, come avviene ad esempio nel Consiglio d'amministrazione. L'Università di Trento, infatti, nel corso delle ultime elezioni studentesche, ha negato agli studenti del terzo ciclo, cioè ai dottorati di ricerca, la possibilità di partecipare al voto, rigettando le loro richieste ai seggi elettorali. "Questo da una parte rappresenta una violazione del principio di uguaglianza degli studenti, sancito anche dalla normativa specifica, ma è anche lesivo della dignità dei giovani ricercatori - afferma Alexander Schuster -. Infatti sancisce l'esclusione palese di dottorandi, borsisti e assegnisti da ogni forma di rappresentanza: una discriminazione indiretta per età".

"Ricercatori a tempo determinato e assegnisti sono prevalentemente persone molto giovani - ricorda Schuster -. Ma c'è una chiara giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione Europea che condanna le forme di discriminazione per età anche in forma indiretta. La Carta europea dei ricercatori, inoltre, vieta esplicitamente qualsiasi tipo di disparità di trattamento. Una Carta europea che dovrebbe essere patrimonio di tutte le Università di livello internazionale, fascia in cui si colloca anche Trento".

Schuster comunica inoltre di essere giunto a conoscenza del fatto che, a seguito della sua denuncia sull'istituzione della consulta del personale tecnico amministrativo ma non di quella dei dottorandi, il Rettorato si sarebbe attivato per procedere alla costituzione di una consulta che permetta ai dottorandi e assegnisti di essere ascoltati. "Ciò che è curioso - afferma Schuster - è che in queste ore il Rettorato avrebbe chiesto di esprimere un parere ai rappresentanti degli studenti. Un'assurdità visto che per stessa ammissione dell'Università gli studenti non sono chiamati a rappresentare i dottorandi. Esclusa, in questa fase, l'unica associazione titolata a rispondere nel merito della questione, l'Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca Italiani, fino a pochi mesi vista dal Rettorato come un interlocutore qualificato. Perché questa inversione di rotta?"

Infine Schuster critica il recentissimo regolamento per il Regolamento per il reclutamento e la progressione di carriera di professori e ricercatori dell'Università licenziato, con una procedura poco  trasparente: "La richiesta che ho rivolto al Rettorato per poter prendere visione della bozza del nuovo regolamento mi è stata rigettata - denuncia Schuster - un regolamento che oggi non è ancora ancora operativo, visto che in questi ultimi giorni sono stati banditi dei concorsi con il vecchio. Nessun legame con l'accordo di Alpbach, dichiarato già operativo. Il vecchio regolamento per le doppie affiliazioni non è stato modificato. Ma ciò che colpisce è anche la trascuratezza del testo normativo del nuovo regolamento per il reclutamento. Infatti vi è addirittura un rimando scorretto alla legislazione nazionale. Una banale svista che, con più condivisione e trasparenza all'interno dell'Ateneo, si sarebbe potuta evitare". Schuster si domanda perciò se la provincializzazione dell'Università di Trento, che negli anni è cresciuta in qualità e quantità di insegnamento e ricerca, voglia dire in realtà peggiorarne le condizioni di trasparenza, partecipazione e rappresentanza democratica."

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