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Cronaca

lavoro e sicurezza: in Trentino 9.500 infortuni, in calo del 9,6%

Il presidente del Consiglio Bruno Dorigatti alla 64° Giornata nazionale delle vittime del lavoro ha lanciato una stoccata al tentativo di riforma dell'articolo 18: "togliere diritti non crea le condizioni per la sicurezza". Infortuni in calo in Trentino ma il presidente Anmil Endrizzi avverte: "dobbiamo capire se dipende d altri fattori"

Sono in calo gli infortuni sul lavoro in Trentino: quelli denunciati nel 2013 sono stati 9.542, il 9,63% in meno rispetto ai 10.599 dell'anno precedente, sono sei lepersone che hanno perso la vita sul lavoro nel 2013, quattro nel 2012. I dati sono stati divulgati dal oggi dal presidente dell'Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro in occasione della 64° giornata delle vittime del lavoro. I settori in cui si sono verificati più infortuni sono il settore agricolo con 885 casi (943 nel 2012, 1.004 nel 2007), quello delle costruzioni, 641 infortuni (793 nel 2012, 1.746 nel 2007) mentre nel settore alberghiero e della ristorazione i casi denunciati sono stati 441 l'anno scorso (492 nel 2012 e 707 nel 2007).

"L'impegno sul fronte della prevenzione è oggi giustificato non solo dalle leggi morali ma anche da quelle economiche: risparmiare sulla sicurezza dei lavoratori significa pagarne domani un prezzo maggiore sia in termini di vite che di costi sanitari ed assicurativi" ha commentato il presidente Bruno Endrizzi "dobbiamo sforzarci di capire se gli infortuni e le malattie professionali sono effettivamente diminuiti o se invece siamo di fronte ad un fenomeno ancora in crescita,  ma celato dalle cifre del lavoro nero, dello sfruttamento dell'immigrazione e dell'aumento della disoccupazione".

Di sicurezza e di lavoro ha parlato anche il presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti auspicando soprattutto investimenti nella formazione in materia, ed ha poi avuto parole di biasimo per la riforma dell'articolo 18 contenuta nel Jobs Act del Governo Renzi: "La discussione avviata  a livello nazionale per ridurre le tutele dei lavoratori garantite dall’articolo 18, è un falso problema. Perché togliere diritti ai lavoratori non crea le condizioni né per dare un lavoro sicuro né per garantire la sicurezza sul lavoro”. 

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