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Cronaca Centro storico

Bruciare i rifiuti negli inceneritori dei cementifici. Pacher: "Interessante"

Sfumata la possibilità di realizzare l'inceneritore alla Vela a causa dei costi e della mancanza di privati pronti ad investire in un un'opera poco redditizia, con il decreto Clini cambiano le cose. Bruciare i rifiuti torna quindi d'attualità

Un incontro per illustrare lo stato dell’arte degli interventi in corso alla discarica della Maza e le prospettive future del Piano provinciale di smaltimento dei rifiuti. Si è tenuto martedì sera, alla Comunità Alto Garda e Ledro, fra il presidente Alberto Pacher e gli amministratori e tecnici locali. Sul palco, ad affiancare il presidente Pacher vi erano gli ingegneri Paolo Nardelli, dell'Agenzia per la Depurazione, e Mauro Groff, del Servizio opere ambientali, mentre per la Comunità il presidente Salvador Valandro e l’assessore Michela Calzà. Un'occasione per parlare di Maza, ma anche di inceneritori. “Va innanzi tutto premesso – ha esordito il presidente Pacher nel rivolgersi agli amministratori – che la discarica della Maza è una infrastruttura di interesse provinciale; dal 1° gennaio 2014 la sua gestione, e quella degli altri impianti, diverrà provinciale, il tutto in un disegno di carattere generale del sistema di smaltimento dei rifiuti”.

Il presidente Pacher ha infatti chiarito che è necessaria “una regia unica, ragionando come se si trattasse di un’unica discarica provinciale dislocata su più sedi”, questo in vista del progressivo esaurimento delle discariche, che inizierà già quest’anno con quella di Taio.  Bisogna poi considerare che il quadro generale è mutato: “L’andamento generale della differenziata – ha proseguito Alberto Pacher – ha subito una accelerazione molto forte e una diminuzione sensibile in termini di produzione dei rifiuti, inoltre vi è stata l’approvazione del decreto Clini che ha introdotto una variabile significativa”. 

Secondo le nuove indicazioni il CSS - combustibile solido secondario può essere utilizzato nei cementifici e nelle centrali termo-elettriche. In soldoni: se non si fa più l'inceneritore alla Vela per via dei costi insostenibili e per l'assenza diu un soggetto privato disposto ad investire in un opera poco redditizia dal punto di vista imprenditoriale,  i rifiuti (lo aveva detto mesi fa il ministro Clini) potrebbero essere bruciati nei cementifici, già dotati di "forni". in Trentino ve ne sono due, come ad esempio quello di Sarche. 

A Pacher piace evidentemente l'idea di bruciare i rifiuti. Gli è sempre piaciuta, a giudicare da come ha insistito su un progetto fallimentare e ormai superato come quello dell'inceneritore, su cui per anni pochissimi hanno insistito guadagnandosi offese e aggettivi non proprio amichevoli. Il tempo ha dimostrato che avevano ragione Nimby e chi per anni si è battuto, spesso in solitaria, contro un'opera impattante e inutile, visti i livelli di differenziata attuali. Ora si punta sui biodigestori (già pronti gli accordi anti puzza fra Salorno e Faedo) e sui rifiuti bruciati nei cementifici, che avranno certamente un effetto "balsamico"... Tanto che Pacher si sbilancia: "Si tratta di una possibilità interessante – ha spiegato il presidente – che stiamo contemplando nel quarto aggiornamento del Piano provinciale dei rifiuti. L’obiettivo è governare il processo e puntare a una responsabilizzazione dei territori, vorremmo che fosse possibile chiudere il ciclo dei rifiuti a livello provinciale, pensiamo ad esempio al biodigestore di Cadino, un’ottima struttura, in grado di produrre energia dal recupero della parte organica del rifiuto, il cui impatto sul territorio è pari allo zero". L'impatto è talmente "pari allo zero", che come detto ci è voluto l'accordo anti puzza dopo polemiche e ricorsi al Tar, vinti sempre dalla Provincia, che alla fine ha costruito l'impianto malgrado i malumori di molti. 
 
 

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