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Cronaca Soraga di Fassa

Incendio all'hotel che ospiterà i profughi: la condanna delle istituzioni fassane

Dopo il tentativo d'incendio al'Hotel Ombretta, individuato per ospitare 30-40 richiedenti asilo con programmi di inserimento lavorativo, ecco la condanna delle istituzioni della valle

Condanna unanime di tutte le rappresentanze politiche della Val di Fassa dopo il tentativo d'incendio, foortunatamente sfumato, messo in atto da ignoti all'Hotel Ombretta di Soraga, di proprietà della Casl - Acli, che avrebbbe dovuto ospitare 30-40 richiedenti asilo inseriti nel sistema di accoglienza trentino. 

"I sindaci della Valle di Fassa, la Procuradora e il consigliere provinciale ladino condannano, senza riserve, il grave episodio accaduto il 28 ottobre 2016 a Soraga . Ciò unitamente alle forze politiche della Valle di Fassa rappresentate del Comun general: Associazione Fassa e U.A.L.. Tali episodi sono estranei alla cultura della gente della Valle di Fassa che si è sempre distinta nell'impegno solidale in favore di chi è meno fortunato. In questo senso non si è neanche sottratta all'impegno richiesto in questo tempo dal emergenza profughi. Le amministrazioni comunali e di Valle ribadiscono quanto già formalmente espresso nelle sedi istituzionali con un documento sottoscritto da tutti i sindaci e dalla Procuradora e cioè che sono attivamente impegnati nella ricerca di soluzioni abitative che consentano un'equilibrata distribuzione dei richiedenti asilo sull'intera valle. Le istituzioni di Valle sono impegnate ad ogni livello per farsi carico del problema sapendo che ciò possibile anche conciliando lo con le esigenze della popolazione e dell'economia locale" questo il messaggio diffuso sui canali istituzionali.

All'Hotel Ombretta il programma di accoglienza prevedeva, come detto, la presenza di qualche decina di migranti con progetti di inserimento lavorativo nel settore turistico, oltre che di apprendimento della lingua  italiana, curati dalla Cooperativa Kaleidoscopio. Un progetto che potrebbe essere messo in discussione dopo il gesto intimidatorio, sul quale indagano i carabinieri della stazione locale. 

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