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Cronaca

Heidi: viva o morta?

Al TrentinoBookFestival il tema della montagna e della gestione del territorio. Un ricordo di Sergio Reolon, scomparso quest’anno, ex presidente della Provincia di Belluno, che ha completato il suo “Kill Heidi” durante la sua malattia

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrentoToday

Lo scopo del libro è quello di uccidere gli stereotipi e compiere scelte corrette di governo per la montagna. Il primo a prendere la parola è stato Lorenzo Dellai, ex presidente della Provincia autonoma di Trento, che ha sottolineato come nel libro siano sottolineati aspetti negativi del vivere in montagna: l'ambiente montano come una riserva indiana, dimenticando il fatto che sia un luogo dove le persone vivono tutti i giorni. Segnali positivi che si trovano in "Kill Heidi" sono un ritorno alla terra, alla tranquillità, ad un'idea di comunità; al tempo, allo spazio e alla consapevolezza del clima. Marcella Morandini, segretaria della Fondazione Dolomiti Unesco, ha sottolineato come la vita spesa da Reolon in ambito politico possa portare molti frutti. Sono necessari strumenti di autogoverno in montagna perchè i cittadini possano migliorare il loro indice di sviluppo.

Morandini ha affrontato anche il tema della differenza tra i "tipi" di montanari: esistono quelli localisti che conoscono bene il loro territorio ma hanno stereotipi ed esistono anche i "montanari-non-montanari". Per vivere bene è necessario che vi sia un equilibrio meditato: il montanaro civitus che agisce con coscienza di casa ed agisce nel collettivo per lo sviluppo della civiltà alpina. Annibale Salsa, ex presidente del Club Alpino Italiano ha evidenziato i problemi socio-economici della montagna. Per Reolon è necessario il bene comune per ritornare alle radici. L'autore del libro "Kill Heidi" credeva fortemente nella provincia per la vicinanza che ha rispetto ai cittadini e pensava che la distanza tra un luogo e l'altro non si misurasse in Km ma nella distanza psico-culturale. Infine intervento di Riccardo Giacomelli della Sat di Caldonazzo, che ha ricordato come si stia vivendo l'era geologica dell'"antropocene", con ambienti fortemente condizionati dalla presenza e dall'azione dell'uomo. scritto dalla stagista Giovanna Dusini della classe 4A liceo delle scienze umane del Marie Curie di Pergine Valsugana

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