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Cronaca Centro storico / Via Gian Domenico Romagnosi

Importano auto di lusso senza pagare l'Iva, tra gli acquirenti anche 34 trentini

Organizzazione criminale smantellata dalla Procura di Udine: in quattro anni avrebbero sottratto al Fisco oltre 30 milioni di euro

Ci sarebbero anche 34 trentini tra le 835 vittime di una mega-truffa messa in piedi daun'associazione a delinquere specializzata nella rivendita di auto usate. L'organizzazione è stata smantellata dalla Procura di Udine che al termine dell'inchiesta ha sequestrato beni per oltre 5 milioni di euro ed arrestato tre persone a Pordenone, e nel Lazio. Gli indagati sono diciotto, a vario titolo. In quattro anni sarebbero stati sottratti al fisco 30 milioni e 572mila euro, di cui 5 milioni e 400mila solo di Iva.

L'indagine ha avuto origine un paio d'anni fa, quando l'attività del sodalizio era già in essere da un biennio, in seguito a una serie di segnalazioni, anche attraverso il programma di Canale 5 "Striscia la Notizia". La "merce" trattata erano auto di lusso: il sodalizio, che operava con società fittizie con sedi a Roma e Palermo, vendeva auto di pregio su internet, prevalentemente di provenienza tedesca come Mercedes, Audi, Bmw. Il primo controllo sospetto degli investigatori è legato a un contrabbando doganale effettuato a Pordeone, con la cessione di una Rolls Royce Phantom II intestata a una società con sede in Svizzera.

Per nascondere tutto all'erario è stato sviluppato un meccanismo di scatole cinesi, con i redditi evasi destinati a società intestate a prestanomi nullatenenti e quindi non solventi e non aggredibili da creditori. Con l'aiuto di alcune agenzie di pratiche automobilistiche colluse l'organizzazione riusciva, in alcuni uffici della Motorizzazione civile, a sottrarsi alle disposizioni di legge anti evasione che non consentono l'immatricolazione di veicoli usati di provenienza comunitaria senza il preventivo assolvimento degli obblighi di versamento dell'Iva. Le immatricolazioni venivano effettuate con modalità truffaldine, mediante la presentazione di documentazione ideologicamente falsa e producendo una firma contraffatta degli acquirenti ignari. Tra questi anche 34 trentini convinti di aver acquistato il bene in questione secondo le norme.

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