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Cronaca

Desiree non ce l'ha fatta: se ne va la piccola "fata speranza" di Taio

Due anni fa il caso fu discusso in tribunale a Trento e fece discutere a livello nazionale dopo l'inchiesta della procura di Torino sulla clinica bresciana che applicava il metodo stamina. I genitori hanno sempre chiesto il diritto alla cura. La piccola Desireè era amata da moltissimi sostenitori della causa

Desireè non ce l'ha fatta: sette anni appena e già piccola guerriera di due grandi battaglie. La prima, quella con la malattia, sma ovvero atrofia muscolare spinale, la seconda quella per il diritto ad essere curata con le più avanzate tecnologie disponibili, come quella che prevede l'uso delle cellule staminali. Una cura che il Tribunale di Trento ha dichiarato illegittima per due volte. La famiglia decise di ricorrere al metodo Stamina, in una clinica di Brescia. Il caso fece molto discutere a livello nazionale e nel marzo 2013 (dopo una protesta al Tribunale di Trento) oltre mille persone parteciparono ad un flashmob a Taio, dove risiede la famiglia, per dimostrare solidarietà alla piccola Desireè. Ad starle al fianco nella battaglia più dura, quella contro la malattia, i genitori, Eros e Sara. Centinaia di persone hanno espresso solidarietà alla famiglia sul web, nei tanti messaggi di vicinanza in questo momento doloroso la piccola Desireè viene chiamata "fata speranza".

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