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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Trento: una slot machine ogni 115 abitanti

Al convegno sul gioco d'azzardo organizzato da Fondazione CRT e AMA i dati sul Trentino: 7300 dipendenti patologici, altrettanti sono a rischio. Un fenomeno che non conosce fasce d'età: le persone che si rivolgono ai gruppi di aiuto vanno dai 15 ai 65 anni. E lo Stato incassa sempre di più anche riducendo la tassa

In Trentino sono 7300 le persone dipendenti da gioco d'azzardo e altrettanti sono a rischio, persone di tutte le età dai 15 ai 65 anni. La stima è dell'AMA, l'ente di auto-mutuo aiuto che si occupa della cura e della prevenzione della dipendenza da azzardo. Il numero di slot machine nella sola città di Trento invece è oggettivo: un dispositivo di gioco ogni 115 abitanti. Dati, testimonianze e strategie per arginare il fenomeno sono stati discussi oggi in una giornata di studio promossa dalla Fondazione Cassa Rurale di Trento. “La volontà delle istituzioni è di creare una società dove prevalga la ricerca di una soddisfazione non basata sull’essere fortunati, il gioco deve essere divertimento e non compulsione” ha detto la consigliera provinciale Violetta Plottegher, già assessore comunale alle politiche sociali, intervenuta al convegno. 

A dare qualche dato nazionale è stato Matteo Iori, presidente di Conaga, il Coordinamento Nazionale Gruppi per Giocatori d'Azzardo, spiegando che “nel 2004 in Italia sono stati giocati 24 miliardi di euro, nel 2012, invece, 88 miliardi e mezzo di euro; il 54,9% del denaro è stato speso in slot machine e videolottery: 17,38 miliardi sono stati persi, 71 miliardi 19 milioni sono ritornati ai giocatori. I premi alti sono pochissimi. Basti pensare che, nel 2011, le vincite superiori ai 500 euro sono state pari a 1 miliardo di euro sugli 80 giocati complessivamente”.

C'è poi la questione delle tasse sul gioco, entrata sicura per le finanze pubbliche, spesso portata come giustificazione della diffusione dell'azzardo: "In percentuale, nel 2004, andava allo Stato il 29,4% di quanto giocato, nel 2012 solamente il 9% e dal 2011, rispetto a quanto succedeva negli anni passati, lo Stato ha guadagnato meno rispetto alla filiera dell’industria del gioco: 8 miliardi di euro sono andati allo Stato, 9 miliardi 300 milioni di euro alla filiera". 

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