Protesta No Tav-Kein Bbt: in corteo per dire no all'alta velocità
L'impegno del movimento è quello di impedire, con le proteste civili, la costruzione dell'opera ad ogni costo. Anche al prezzo già pagato dai valsusini: bloccare i cantieri e impedire alle ruspe di scavare
Circa 450 persone (300 per le forze dell'ordine, ma c'è chi dice 700, impossibile contarle tutte) hanno sfilato pacificamente oggi per le vie del centro per protestare contro la Tav e il Tunnel del Brennero. Una cinquantina di manifestanti sono arrivati in trento da Bolzano, ma al corteo si sono uniti collettivi studenteschi, famiglie, i ragazzi del Centro sociale Bruno, una rappresentanza degli anarchici, i comitati Valsugana attiva, solo per citarne alcuni. Città blindata con un imponente schieramento di forze dell'ordine: polizia, carabinieri, vigili urbani, digos e anche un elicottero della polizia che ha sorvegliato la manifestazione dall'alto.
La gente si è ritrovata in piazza Dante, da cui è il corteo è partito con un po' di ritardo rispetto alla tabella di marcia prevista. Qui i manifestanti hanno ascoltato le ragioni della protesta dalle casse del sound sistem organizzato su un furgone che ha seguito il corteo fino a Piazza Duomo, dove si è concluso attorno alle 17. Quali sono i motivi di contrarietà all'alta velocità in Trentino Alto Adige? Per esempio il fatto che 130 tra sorgenti, torrenti e corsi d'acqua rischierebbero di sparire a causa dell'impatto dei lavori, così come sparirebbero circa 80 ettari di campagne ora coltivate, che lascerebbero il posto ad un tunnel di 190 chilometri. Lavori dai costi faraonici, che impegneranno le imprese per circa trent'anni. Costi - è stato detto - che peseranno poi sulle spalle delle generazioni future, senza portare grosse ricadute economiche sulle aziende locali. "A vincere gli appalti sono i grandi gruppi. Come si fa a spacciare quest'opera per qualcosa che porterà lavoro? Le aziende locali ci sono, certo, ma rischiano di non essere pagate dallo Stato, perché soldi non ce ne sono più".