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Cronaca

Brennero: concluso il presidio Coldiretti. Centinaia gli agricoltori trentini

Con gli agricoltori di tutta Italia a presidiare il Brennero c'era naturalmente la Coldiretti Trentina. Parla il rpesidente Calliari: "Difendiamo la seconda risorsa del nostro paese dopo il turismo, il confine tra legalità e truffa è sottilissimo"

Si è concluso oggi il presidio organizzato al Brennero da Coldiretti, iniziato ieri all'alba, che ha visto più di 7000 agricoltori schierati al confine per fermare e controllare i camion con prodotti agroalimentari in ingresso in Italia. "Abbiamo trovato di tutto: cosce di maiale semilavorate, cagliate per produrre formaggi rivenduti come prodotti in Italia, persino del pane surgelato" racconta il presidente della Coldiretti trentina Giuseppe Calliari presente sia ieri che oggi al Brennero insieme a centinaia di agricoltori trentini "in Italia siamo 60 milioni e per ognuno c'è un prosciutto che è stato prodotto con carne di maiale non italiana".

"E' stata una manifestazione che ha visto una totale collaborazione delle forze dell'ordine, che sono state coinvolte per aprire i camion e controllare la merce, che in almeno due casi è stata sottoposta a sequestro" spiega Calliari. Dalla Germania e dai paesi dell'Europa dell'est vengono importati "pezzi" o materie già lavorate che vanno a costituire la base di prodotti realizzati in Italia e venduti come tali. Il confine tra un'importazione perfettamente legale e una truffa bella e (nemmeno tanto) buona è molto sottile: "Chiediamo di applicare la legge,che abbiamo ottenuto 2 anni fa, riguardo all'etichettatura completa del prodotto, il consumatore deve avere traccia di ogni passaggio, ed in secondo luogo chiediamo che siano resi pubblici tutti i dati su ciò che entra in Italia che sono in possesso del Ministero della Sanità ma poichè sono ritenuti dati sensibili sono anche segretati" prosegue Calliari. 

Il presidio del Brennero è durato due giorni, e parallelamente si sono svolte manifestazioni anche a Reggio Emilia e a Montecitorio, dove gli allevatori italiani hanno portato dei maiali chiedendo ai parlamentari di adottarli. E' il caso dei prosciutti infatti quello che ha fatto più scalpore "ma possiamo parlare anche di olio, patate, mozzarelle, e anche del nostro puzzone di Moena" spiega il presidente di Coldiretti, certo "è una questione che riguarda meno il Trentino, anche se sappiamo di qualche prodotto copiato, ma non possiamo ignorare una questione nazionale: il made in Italy va protetto, dopo il turismo è la nostra grande risorsa e quanto sia apprezzato lo dimostra proprio il fatto che si faccia di tutto per copiarlo e spacciarlo per italiano".

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