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Cronaca Arco

Società in Slovacchia intestata all'autista: trentino nei guai per 3,6 milioni di tasse evase

Società internazionale di trasporti, di fatto gestita dal Trentino: ecco l'operazione Bratislava

Evasione per 3,6 milioni di euro grazie a due società fantasma, una con sede in Slovacchia l'altra in provincia di Milano, ma di fatto gestite da un imprenditore trentino nell'Alto Garda. E' quanto scoperto dai finanzieri della Tenenza di Riva del Garda nel corso dell'operazione Bratislava, che ha portato le fiamme gialle nella capitale slovacca dove aveva sede una delle due imprese di trasporti colelgate all'azienda trentina. Una sede puramente "di facciata" visto che hera localizzata in un ufficio di 20 metri quadrati, per di più condiviso con altre 46 società internazionali, domiciliate in Slovacchia probabilmente con gli stessi scopi.

"Di fatto - spiegano i finanzieri trentini - attraverso la falsa localizzazione della residenza fiscale all’estero, una delle imprese, che in realtà operava sistematicamente e perseguiva il suo oggetto sociale in Italia, ha omesso di dichiarare il reddito conseguito nell’esercizio della propria attività d’impresa, presentando le dichiarazioni dei redditi relative agli anni compresi tra il 2013 e il 2017 nello stato dell’Est Europa, dove l’aliquota d’imposta applicata è inferiore a quella prevista in Italia".

La società in Slovacchia, gestita dal Trentino

Il titolare, formale, della società all'estero era un 54enne slovacco, che in realtà svolgeva il lavoro di autista. La Finanza ha analizzato il camion della società scoprendo che l'uomo aveva all'attivo più di 370.000 chilometri di guida. Nessuna delle 84.000 mail analizzate, riguardanti la società, è stata inviata o ricevuta da lui. Chi gestiva la società era l'imprenditore trentino, stabilendo prezzi e percorsi, mantenendo i rapporti con le banche ed i clienti.

Il risparmio non arrivava solamente dalle minori tasse nel paese dell'Est Europa, ma anche da pratiche di concorrenza sleale, che portavano il "padroncino" a proporsi sul mercato a prezzi più bassi. "L’evasione, di fatto, non solo comporta un ingente danno all’Erario per le imposte non versate, ma incide anche sull’intero circuito economico in virtù della distorsione dovuta dalla vendita di beni o servizi ad un prezzo nettamente inferiore rispetto a quello di mercato, proprio in ragione del mancato versamento delle imposte dovute. Infatti, tali comportamenti fraudolenti, pervadono la struttura economica del Paese, generando illeciti benefici patrimoniali in danno agli imprenditori onesti, che subiscono lo svantaggio concorrenziale fraudolento" concludono i finanzieri.

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