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Cronaca Centro storico / Via Giuseppe Verdi

TAR: la caccia in Trentino così com'è è incostituzionale

Il Tribunale per la giustizia amministrativa di Trento solleva dubbi sulla costituzionalità della legge, risalente al 1991, che regola la caccia in Trentino. Sarebbe, per l'ennesima volta, un problema di competenze tra Provincia e Stato

Ennesimo conflitto di competenze tra Stato e Provincia nei boschi trentini: questa volta il problema non riguarda gli orsi ma la caccia. A sollevare dubbi sulla costituzionalità della legge che regolamenta l'attività venatoria in Provincia di Trento è il Tribunale regionale per la giustizia amministrativa nell'ambito di un giudizio che chiede l'annullamento di una deliberazione del Comitato faunistico proviciale.

I punti sono due: il primo riguarda la caccia all'interno dei parchi naturali che, sebbene gestiti dalla Provincia, ricadrebbero sotto la competenza statale per quanto riguarda l'attività venatoria (ha fatto molto discutere alcuni mesi fa la proposta di dare accesso alle motoslitte all'interno delle aree protette).

La seconda riguarda la possibilità contemplata dalla legge provinciale 24/1991 di praticare all'interno della stessa area sia la caccia "vagante", così è chiamata quando il cacciatore si muove, sia quella da appostamento fisso. Ciò sarebbe in contrasto con il principio di caccia di specializzazione introdotto con la legge statale varata l'anno successivo, la 157/1992 che prevede una sola forma in via esclusiva per una certa area.

La questione, "investendo l'ambiente nel suo complesso", ricade sotto "competenza esclusiva dello Stato" ed il Tar di Trento si è perciò appellato alla giurisprudenza costituzionale: "eventuali interventi delle regioni e delle province autonome nell'esercizio della loro potestà legislativa in materia di caccia possono andare esclusivamente nella direzione di un innalzamento del livello di tutela" e non di un abbassamento. 

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