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Cronaca Riva del Garda

Le cacciatrici: "Uscire dagli stereotipi della donna leonessa o gazzella"

Primo meeting italiano a Riva del Garda. Assente l'Associazione cacciatori. La presidente Titta: "Il mondo della caccia si sta aprendo con fatica alla presenza femminile, ma nonostante questa diffidenza il numero delle cacciatrici sta aumentando di anno in anno"

"Pianeta caccia - cacciatrici: leonesse o gazzelle". Il titolo del convegno, lo ammette anche la presidente Eddi Titta, è volutamente provocatorio, ma è tempo, anche per le cacciatrici trentine e non solo, di "uscire dagli stereotipi che vogliono le donne indifese come gazzelle o grintose come leoni. Il mondo della caccia si sta aprendo con fatica alla presenza femminile, ma nonostante questa diffidenza il numero delle cacciatrici sta aumentando di anno in anno". A Riva del Garda è stata infatti organizzata una tavola rotonda per fare un’analisi dell’attuale stato del settore, tra criticità e nuovi traguardi. Le cacciatrici sono arrivate da tutta Italia, presente anche una delegazione ungherese, dando vita al primo meeting internazionale, organizzato dal Gruppo cacciatrici trentine.

"Con questo meeting vogliamo iniziare a creare una rete venatoria nazionale e internazionale perché, soprattutto se parliamo di fauna migratoria, va adottato un linguaggio comune", spiega Eddi Titta. La quale ha ringraziato chi, in questi mesi, si è speso per la preparazione dell’evento e "chi ogni giorno lavora con e per le cacciatrici trentine. Spiace constatare che in sala non c’è nessun rappresentante dell’Associazione Cacciatori". Insomma ci sono ancori muri da abbattere. E non solo tra i cacciatori più scettici e conservatori: "Salutiamo anche gli animalisti – ha proseguito Titta - che protestano fuori dal Palacongressi. Noi vorremmo aprire un dialogo costruttivo con loro, ma purtroppo non siamo ancora riusciti a farlo".

Quindi qualche parola per la politica: "I cacciatori appartengono al mondo della fauna, della natura a tutela dell’ambiente – ha proseguito la presidente - molto spesso invece il comparto venatorio è teatro di interessi politici e di propaganda. Vogliamo non dover assistere a queste battaglie politiche, l’apertura della caccia anticipata, ad esempio, non è stata chiesta dai cacciatori".

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