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Cronaca Sagron Mis

Boscaiolo morto, "giallo" risolto: imprenditore accusato di aver spostato il corpo

Denunciato l'imprenditore bellunese che chiamò la forestale dicendo di essersi imbattuto nel corpo di un estraneo: il ragazzo lavorava per lui, in nero, ed è rimasto vittima di un incidente fatale

Sono state ricostruite dai Carabinieri del Primiero dopo meticolose indagini le ultime ore di vita del giovane boscaiolo, moldavo residente nel bellunese, ritrovato senza vita nei boschi della Val de le Moneghe, nel comune di Sagron Mis. I militari sono arrivati a denunciare il titolare dell'azienda boschiva per la quale il giovane lavorava, in nero. 

I sospetti erano iniziati fin dal ritrovamento del cadavere: un'evidente ferita alla testa, causa del decesso, faceva pensare ad un tronco caduto, del quale però non c'era traccia accanto al corpo. Gli inquirenti avevano da subito ipotizzato che il corpo fosse stato spostato dal luogo dell'incidente. I pezzi di legno, ritrovati attorno alla salma, non combaciavano con la ferita.

Gli accertamenti hanno poi portato a ricostruire l'incidente: non è stato un tronco a colpire il boscaiolo, bensì il cavo d'acciaio spezzato di una teleferica per la legna. Il ragazzo stava eseguendo dei controlli insieme ai colleghi, quando un cavo si è spezzato colpendolo e sbalzandolo per una decina di metri. Fatale l'impatto con il suolo, che ha provocato una frattura alla base del cranio.

A pochi metri dalla teleferica i carabinieri hanno ritrovato un berretto di lana: i familiari del boscaiolo hanno detto di averlo visto uscire di casa con quel berretto in testa, la mattina dell'incidente. A suggellare la ricostruzione sono state le tracce ematiche, ritrovate sul cavo d'acciaio ed analizzate. Il corpo è stato dunque spostato, nel tentativo di far credere che il ragazzo non c'entrasse nulla con la ditta.

Non si sa se i pezzi di legno attorno al cadavere siano stati disposti per far pensare ad un incidente, così come non è chiaro se il giovane fosse ancora agonizzante quando è stato spostato e lasciato lì. In ogni caso emerge chiaramente l'intento di chi ha spostato il corpo per poi chiamare i soccorsi fingendo di non conoscerlo.

Un tentativo di depistaggio, secondo i carabinieri, del quale dovrà rispondere l'imprenditore bellunese. Fu proprio lui, quel giorno, a chiamare la forestale dicendo di essersi imbattuto in un corpo senza vita e negando di conoscere il ragazzo. L'ipotesi di reato prevede omicidio colposo e frode processuale, oltre a numerose violazioni delle norme sulla sicurezza del lavoro e fiscali.

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