Armando Aste, l'ultimo saluto della SAT: "Campione di coerenza, oltre che di scalate"
"Tracciò un solco tra la ricerca dell'infinito, e ciò che è veramente importante nella vita". Così la SAT ricorda l'alpinista roveretano, scomparso a 91 anni dopo una vita in vetta
"Un uomo di montagna che fu innanzi tutto un campione di coerenza, oltre che di scalate, di solidarietà e senso di responsabilità di straordinarie imprese alpinistiche". Così la SAT ricorda l'accademico del CAI Armando Aste, alpiniista roveretano spentosi il 1° settembre all'età di 91 anni, un mito dell'alpinismo italiano negli anni '50 e '60.
Tra le sue imprese si ricorda la prima ascensione italiana della parete nord dell'Eiger nel 1962 e l'apertura di nuove vie sulle Ande, ma il suo territorio prediletto era a pochi passi da casa: le Dolomiti orientali, dove c'è ancora oggi la via Aste-Susatti sulla parete nord ovest del Civetta, ed il Gruppo di Brenta, dove scalò insieme a Milo Navasa il Crozon di Brenta nel 1959.
"Portiamo con noi il ricordo di un amico e di un socio, Accademico del CAI e socio della H. G. Bergland di Vienna, che con quel suo salire ideale “alla ricerca dell’infinito” e con una vita spesa facendosi carico della sofferenza altrui, ha tracciato un solco tra ciò che è nella natura umana e ciò che è veramente importante nella vita e deve venire prima, prima delle pulsioni, prima di quell’ intimo e privilegiato contatto delle mani sulla roccia, prima della notorietà, se pur grandemente meritata" conclude il messaggio della SAT, che annuncia la partecipazione all'ultimo saluto che si terrà domani, martedì 5 settembre, nella chiesa di Borgo Sacco.