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La polemica / Val di Sole

Morte di Andrea Papi: sull’ipotesi orso è già scontro tra politica e animalisti

Si attendono gli esami dell’autopsia, intanto la tensione è in crescita. E ritorna l’ipotesi spray antiorso

La tragica morte di Andrea Papi, il 26enne trovato senza vita nei boschi di Caldes, in Val di Sole, dopo essere uscito ieri, mercoledì 5 aprile, per una corsa in direzione del Monte Peller, sta agitando l’opinione pubblica e gli ambienti politici; ma andiamo per gradi. La Provincia comunica che il presidente Maurizio Fugatti e l’assessore provinciale alle foreste Giulia Zanotelli, accompagnati dal dirigente generale del Dipartimento protezione civile Raffaele De Col, hanno incontrato il sindaco di Caldes Antonio Maini, il presidente della Comunità Val di Sole Lorenzo Cicolini e tutti i primi cittadini della valle per fare il punto sulle operazioni. Fugatti e Zanotelli hanno anche incontrato la famiglia del giovane. L’autorità giudiziaria ha disposto l’autopsia sul cadavere di Andrea per stabilire le esatte cause della morte; ma sin dalle prime battute in cui la vicenda è diventata di dominio pubblico, si è parlato dell’aggressione di un animale selvatico tra le probabili cause del decesso. Ovviamente, fino a che l’autopsia non sarà fatta, si resta nel campo delle ipotesi.

Ma l’idea che ci possa essere un grande carnivoro (l’ipotesi più accreditata è quella di un orso) dietro l’aggressione che potrebbe aver provocato la morte di Papi sta agitando e non poco gli animi della politica e dei movimenti animalisti, già peraltro abbondantemente surriscaldati dopo il caso MJ5. “Dispiace, in queste occasioni, ribadire come il sottoscritto sia stato facile premonitore di un avvenimento condizionato dall’impossibilità, dovuta al bisticcio di competenze tra Stato e Provincia autonoma di Trento, di gestire il problema della convivenza dell’uomo con i grandi carnivori in un piccolo territorio di montagna come il nostro. All’inizio di marzo, a seguito dell’aggressione avvenuta a Rabbi, scrivevo: ‘Questo succede perché è prevalsa la linea irrazionale dei fondamentalisti, quella di chi pensa che l’orso valga più dell’essere umano e che pertanto sono disposti a vedere un uomo morto’” il commento il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Provinciale Claudio Cia.

Sulla stessa linea anche il deputato di FdI Alessandro Urzì: “È ormai ben chiaro che in gioco non c’è più solo, come accaduto in precedenza, un interesse economico di agricoltori e allevatori di montagna, ma anche la stessa sicurezza delle persone in ambienti in cui si è diffusa una fauna selvatica predatoria, ad iniziare da orsi e lupi. Le iniziative avviate e sostenute dal governo hanno posto già per tempo l’emergenza nella agenda delle priorità, ora dalle comunità locali alle istituzioni nazionali (anche quelle chiamate a vigilare sulla tutela della fauna selvatica) vanno poste in essere misure di contenimento e di autentica difesa della sicurezza di residenti, operatori economici e turisti, se non si vuole che il pur rilevante interesse ambientale, interpretato in senso ideologico, non prenda il sopravvento sul superiore interesse di chi vive la montagna”.

E mentre dallo stesso partito la consigliera provinciale Katia Rossato chiede che venga legalizzato lo spray antiorso, la Coldiretti del Trentino esprime particolare preoccupazione: “Sul territorio il proliferare dei grandi predatori rappresenta un grave rischio non solo per l’incolumità delle persone ma anche per le attività economiche, dall’agricoltura al turismo. Negli ultimi anni si è reso così necessario un continuo vigilare su greggi e mandrie, al fine di proteggerle dagli attacchi poiché recinzioni e cani da pastori spesso non sono sufficienti per scongiurare il pericolo. Sono necessarie misure di contenimento per non lasciar morire i pascoli e costringere alla fuga migliaia di famiglie che da generazioni popolano le montagne ma anche i tanti giovani che faticosamente sono tornati per tutelare la biodiversità con il recupero delle storiche razze italiane”.

Predica calma, invece, la Lav, con il suo responsabile per gli animali selvatici Massimo Vitturi che commenta così: “No a semplicistiche scorciatoie che vogliono mettere sul banco degli imputati gli animali selvatici, lanciando magari qualche nuova crociata anti orso. Le ferite ritrovate sul corpo dell’uomo potrebbero benissimo essere successive alla sua morte avvenuta per altre cause, per questo motivo chiediamo che la Provincia di Trento coinvolga immediatamente il Centro di referenza nazionale del Ministero della Salute per la medicina forense veterinaria, centro di eccellenza nazionale che può contribuire a valutare l’origine delle ferite anche ricorrendo all’analisi del Dna”.

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