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Grandi predatori

Dopo la morte di Stockner arrivano gli animalisti: "Lupi? Si alimentano fobie e psicosi"

Intanto si attendono gli esiti sul corpo dell'uomo e sui suoi abiti per poter comprendere le esatte cause del decesso e il tipo di animale che ha aggredito il 73enne

La giornata di ieri, lunedì 19 febbraio, è stata interamente incentrata sulla vicenda di Albert Stockner, il 73enne scomparso lo scorso 18 febbraio dal suo paese, Velturno. Nel primo mattino c’è stato il ritrovamento dell’uomo, nel pomeriggio, invece, la morte. Dal momento in cui è trapelata la notizia che sul corpo sono stati trovati segni di morsi riconducibili a quelli di un canide (si è parlato di lupi, ma anche di cani o sciacalli), si è iniziato a percepire uno stato di agitazione forte. Fino a che non ci saranno gli esiti delle analisi sul corpo e sugli indumenti dell’uomo, anche solo fare delle ipotesi è un rischio.

Intanto c’è chi si è già portato avanti. È l’Oipa, che nelle scorse ore ha fatto una richiesta di accesso agli atti per conoscere le cause delle lesioni, per avere informazioni precise sul genere di animale e sulle eventuali motivazioni dell’incidente derivanti dalla ricostruzione dei fatti. “Gridare ‘Al lupo al lupo’ serve solo ad alimentare fobie e psicosi, e anche in questo spiacevole episodio occorre evitare conclusioni affrettate. L’esito dell’accesso agli atti sarà vagliato da un professionista di parte esperto per avere uno specifico parere su quanto realmente accaduto” spiegano dall’Oipa.

L’organizzazione ha poi ricordato che il lupo è una specie particolarmente protetta a livello nazionale ed europeo e non può essere cacciato o ucciso; in altre parole, appare difficile una sorta di sequel del “caso orsi” ben noto in Trentino. Ma, al tempo stesso, l’Oipa annuncia di essere pronta a dare battaglia a qualunque modifica peggiorativa di questo status.

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