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Cronaca Borgo Valsugana

Accoltellato alla gola dal fratello: "Mi voleva uccidere perché sono gay"

La confessione della vittima della violentissima aggressione di giovedì scorso ai microfoni della Rai

"Mio fratello voleva uccidermi perché sono omosessuale". Questa la dichiarazione ai microfoni della Rai di Fulvio Cipriani, il 53enne che lo scorso giovedì è stato pugnalato alla gola per strada a Borgo Valsugana dal fratello minore.

L'uomo ha raccontato di anni di vessazioni e soprusi subiti dal fratello e dal padre. "Non digerivano la mia omosessualità", ha detto la vittima, raccontando di aver trovato accoglienza nella casa protetta di un'associazione fuori dalla provincia di Trento. A novembre però il 53enne è tornato a Borgo, ospite da un'amica e in questa occasione il fratello lo ha assalito propria sotto casa della donna. "La sua intenzione era di uccidermi - dice Cipriani -. Era un colpo mirato non ho dubbi".

"Non ho il coraggio di guardare la ferita - ha confessato l'aggredito -, ma a fare ancora più male sono le umiliazioni di mesi recluso in camera mia, per non incappare nelle loro angherie. Avevo tagliato una bottiglia ed ero costretto a fare pipì lì dentro".

L'accoltellamento

Fulvio Cipriani è stato accoltellato dal fratello, per strada, nel centro di Borgo Valsugana, nel pomeriggio di giovedì 14 novembre, poco prima delle 17. Sul posto erano subito accorse due ambulanze di Trentino Emergenza e i carabinieri di Borgo Valsugana. 

La vittima aveva ricevuto un fendente alla gola, ma al momento dell'arrivo dei soccorritori era cosciente ed era stato portato all'ospedale in ambulanza, in codice giallo. L'accoltellatore, subito fermato dopo la violenta aggressione, è stato portato in carcere e dovrà rispondere dell'accusa di tentato omicidio.

Salvo grazie a giacca e maglione

A salvare il 53enne è stata la presenza del collo del giaccone e del maglione. Sono stati questi - si leggeva in una nota dei carabinieri - a evitare che l'arma, un coltello da caccia dalla lama di dieci centimetri, gli recidesse la carotide. L'accusa nei confronti dell'assalitore è quella di tentato omicidio: le ferite riportate dal 53enne potevano essere fatali. 

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