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Martedì, 16 Aprile 2024
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"Basta fare video ai posti di blocco, può scattare il sequestro del cellulare come prova"

La nota del Sindacato autonomo di polizia dopo l'ennesimo episodio

Basta ai video durante i controlli di polizia. E' questo il messaggio del segretario generale del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap) Stefano Paoloni di fronte al dilagare del fenomeno. Video spesso fatti con l'evidente intenzione di prendersi gioco delle forze dell'ordine, fino al caso eclatante, avvenuto a Milano, dell'automobilista che si è finto infermiere per passare il posto di blocco, e poi ha raccontato l'inganno in un video. 

In altri casi l'intento è provocatorio: è il caso del ciclista fermato a Trento che si è dichiarato "persona umana titolare di diritto internazionale" in un delirante botta e risposta con gli agenti al Ponte dei Cavalleggeri. Il soggetto inq questione ha poi ripetuto il gesto, ed è anche stato imitato da altre persone nel resto del Paese, diventando un vero e proprio "fenomeno del web".

"Nessuno nega ci possano essere stati eccessi di zelo, l’importante è capirlo e avere anche la capacità di rivederlo. Alcune situazioni possono essere fuorvianti, ed è facile essere indotti in errore, le insidie sono sempre tante, ma cerchiamo sempre di svolgere il nostro nuovo compito con il massimo della professionalità e dell’impegno" scrive Paoloni.

"Non posso però non soffermarmi su un fenomeno di queste settimane che reputo offensivo e lesivo della dignità di ogni singolo poliziotto. Riprendere con i cellulari le fasi di un controllo di Polizia, farlo in modo sempre più provocatorio, offensivo e lesivo non solo della divisa che indossiamo ma dello Stato che rappresentiamo è cosa che deve essere immediatamente fermata. suggerirei, di fronte a fatti reato come la resistenza, l’oltraggio o il rifiuto di fornire le proprie generalità, di operare col sequestro del dispositivo mobile come fonte di prova. La gente deve capire che siamo dalla stessa parte. Il nostro compito è quello di controllare che vengano rispettate le regole per il bene comune" conclude la nota. 

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