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Covid e restrizioni, il (possibile) ritorno della zona gialla e il piano del governo da fine aprile

C'è un cronoprogramma per le riaperture, con una prima data fissata sul calendario: il 26 aprile. Buone notizie potrebbero già arrivare il venerdì delle classificazioni, ma è ancora presto per dirlo. Previsto da maggio il graduale ritorno alla normalità

La zona gialla pare avvicinarsi, venerdì dovrebbe riunirsi la cabina di regia che discuterà le riaperture. C'è una data da tenere in mente, quella del 26 aprile, ma si saprà qualcosa di più nelle prossime 48 ore. Sono attesi i dati del monitoraggio dell'Iss (Istituto superiore di sanità). Non pare quindi impossibile che, visto l'andamento del contagio in alcune zone, non venga stabilito l'allentamento sin da subito delle misure che prevedono l'Italia in zona rossa e arancione fino a fine mese, ripristinando la zona gialla prima della scadenza, contenuta nell'ultimo decreto-legge, del 30 aprile: «Se i dati lo consentono, nulla vieta di farlo. Ma bisogna procedere con i piedi di piombo per non annullare gli sforzi fatti sinora» afferma all'Adnkronos un ministro tra i più rigoristi.

Cosa prevede il cronoprogramma delle riaperture del governo Draghi:

  • dal 26 aprile, dopo il week end della Liberazione, un decreto-legge potrà decidere il ripristino della zona gialla nelle regioni con i numeri migliori dal punto di vista dell'epidemia; 
  • dal primo maggio: ritorno in tutta l'Italia delle zone gialle con ristoranti aperti a pranzo; verso la fine del mese cambierà il coprifuoco e gli esercizi commerciali potranno stare aperti anche di sera;
  • da giugno: insieme agli Europei ci sarà la ripartenza degli spettacoli all'aperto con capienza al 25-30%; a partire da metà mese arriverà la riapertura di palestre e piscine;
  • da settembre: il ritorno graduale alla normalità.

Today sottolinea che, inoltre, c'è il pressing da parte delle regioni, che giovedì 15 aprile presenteranno al governo le linee guida per le riaperture in sicurezza. Mercoledì sono tornati a Palazzo Chigi i vertici del Cts, Franco Locatelli e Silvio Brusaferro, ma non sono stati ricevuti dal presidente del Consiglio, ma dal sottosegretario Roberto Garofoli. In ogni caso prende quota l'ipotesi di allentare le misure in maniera graduale, offrendo una serie di date obiettivo per le riaperture che consentano agli italiani di «tornare a guardare al futuro» come ha più volte detto il presidente del Consiglio. E continua a farsi spazio l'idea, a partire da maggio e sempre dati permettendo, di spostare più avanti le lancette del coprifuoco, portandolo dalle 22 alla mezzanotte così da consentire l'apertura dei ristoranti con tavolini all'aperto.

La discussione a Roma è aperta, però, sulle modalità. Se infatti i rigoristi spingono per un processo graduale, chi vuole un cambio di rotta chiede un allentamento generale delle misure che comprenda anche per esempio lo stop al divieto degli spostamenti tra le regioni. A chiedere la svolta sarebbero proprio i governatori. Il piano ricalca quello disegnato l'anno scorso ma aggiornato al criterio della vaccinazione come parametro da considerare. Riapertura delle attività all'aperto, sfruttamento degli spazi interni di bar e ristoranti affinché le saracinesche restino alzate anche la sera, aumentando il distanziamento e prevedendo una capienza limitata. Le regioni propongono anche di eliminare il coprifuoco, fermo restando che non sarà permesso alcun assembramento. 

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