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Trent'anni dal ritrovamento di Oetzi, la mummia del Similaun e dalla "maledizione"

Da quando venne trovata il 19 settembredel 1991, sono sei le persone decedute dopo esserne venute in contatto

Trent'anni fa, alle 13.30 circa del 19 settembre 1991, durante un'escursione sul ghiacciaio del Similaun nelle Alpi Venoste in territorio italiano, a pochi metri dal confine austriaco, Erika e Helmut Simon, coniugi tedeschi originari di Norimberga, s'imbatterono in una sensazionale scoperta: in mezzo alle rocce da una pozza d'acqua spuntò la mummia di un uomo. I Simon raggiunsero il rifugio più vicino ai margini del ghiacciaio del Similaun chiedendo aiuto per quello che pensavano fosse il corpo di un alpinista. La notizia del ritrovamento si sparse velocemente e nei giorni successivi arrivarono sul luogo del ritrovamento della mummia perfettamente conservata, esperti, forze dell'ordine italiane ed austriache, e anche Reinhold Messner che risiedeva a pochi chilometri di distanza.

Una serie di studi antropologi stabilirono che l'uomo ritrovato risaliva all'Età del rame, oltre 5.300 anni fa, quando morì in seguito ad una serie di ferito inflitte durante uno scontro. Poi Oetzi venne trasferito al Museo archeologico dell'Alto Adige di Bolzano dove riposa in una cella con il 99,6% di umidità ed una temperatura di -6 gradi.

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Legata a Oetzi, così come avvenne con il ritrovamento di Tutankamon in egitto, c'è una sorta di superstizione. Oltre al suo scopritore Helmut Simon, morto il 18 ottobre del 2004 sulle Alpi Salisburghesi dopo una caduta in montagna, sono deceduti anche archeologi e medici che se ne occuparono. Sono 6 le persone che, dopo aver avuto un qualsiasi contatto con la Mummia, sono morte. Konrad Spindler, l'archeologo dell'Università di Innsbruck che per primo aveva studiato Oetzi, era morto a soli 55 anni per una forma di sclerosi molto aggressiva. Prima di lui e prima dell'archeologo molecolare Tom Loy, trovato cadavere nella sua casa di Brisbane.

Rainer Henn, l'anatomopatologo che aveva materialmente spostato la mummia in occasione del ritrovamento e condotto i primi accertamenti sulla causa della morte, si schiantò con la sua vettura contro un'altra auto, un anno dopo la scoperta, mentre si recava a una conferenza scientifica dedicata, guarda caso, all'uomo di cinquemila anni fa. Kurt Fritz, 52 anni, guida alpina di professione, che accompagnò Henn ma anche il famoso alpinista altoatesino Reinhold Messner, sul Similaun, due anni dopo perse la vita cadendo nel crepaccio di un ghiacciaio. Un'altra vittima della maledizione, l'operatore della televisione di stato austriaca Orf, Rainer Hoelzl, ucciso a 47 anni da un tumore fulminante al cervello. Aveva filmato le operazioni di recupero della mummia.

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Fonte: Today.it

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