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L'intervista

"Ci siamo dimenticati di Andrea Papi per dare spazio al dibattito ideologico"

L'arcivescovo di Trento monsignor Lauro Tisi ha ripercorso l'anno che si sta per concludere, tra tragici fatti di cronaca, la questione della povertà, l'apertura alle coppie gay di Papa Francesco e un augurio per il 2024. L'intervista

Quando mancano pochi giorni alla fine del 2023, è giunto il tempo di ripercorrere questo anno e gli effetti che lo stesso ha avuto sulla società trentina, tra casi di cronaca e condizioni apparentemente invisibili ma assolutamente concrete. Un'analisi fatta attraverso l'intervista all’arcivescovo di Trento, monsignor Lauro Tisi.

Eminenza, stando all'ultimo rapporto "Nessuno indietro" in Trentino sono diminuiti i poveri ma, guardando agli anni addietro, è aumentata la povertà. Chi sono oggi i nuovi poveri del Trentino? Secondo lei si sta facendo abbastanza per loro? 
"Aumentano i poveri, ma la povertà non è quella che viene descritta nelle sue forme classiche. Oggi c'è povertà nel terreno delle relazioni e questo colpisce la nostra realtà. Le relazioni affaticate sono all'ordine del giorno, quando la relazione non gira ci sono degli squilibri e delle problematiche incredibili. Per quanto riguarda i poveri non si fa quello che si dovrebbe, siamo distanti dalle risposte che dobbiamo dar loro, perché facciamo fatica a individuarli. Penso ai migranti, anche quando ci sono casi eclatanti ci giriamo dall'altra parte con ragionamenti al limite dell'assurdo. La risposta che dobbiamo dare è latitante".

Quest'anno è stato scandito da due tragedie. La prima, il caso dell'orsa e dell'uccisione di Andrea Papi. Che cosa le ha lasciato questa vicenda che ha diviso in maniera netta le persone? Secondo lei è stato fatto tutto nel migliore dei modi?
"Secondo me ci siamo dimenticati che è morto un giovane uomo. Come sempre, quando capitano queste cose noi dimentichiamo facilmente il volto concreto di chi ha subito, per dare spazio alla stura delle considerazioni ideologiche che lasciano il tempo che trovano. L'uomo è sempre più nei titoli di coda e ha il sopravvento su tutto il dibattito ideologico. È triste che l'essere umano sia lasciato indietro rispetto alle ideologie".

Poi, i casi di femminicidio di Mara Fait e Iris Setti, avvenuti nel roveretano a distanza di pochi giorni l'uno dall'altro. Lei prima ha detto "Quando la relazione non gira ci sono degli squilibri e delle problematiche incredibili". Forse è stato così anche in questi casi, la giustizia darà le sue risposte. Ma a una comunità scossa da così tanta violenza cosa serve per ritrovarsi umanamente? 
"Secondo me è davvero fondamentale prendere atto che stiamo diventando sempre meno umani. Questi fatti sono la punta di un iceberg in cui la relazione umana è affaticata, con tanta solitudine. Le relazioni umane da almeno 50 anni hanno una declinazione narcisista, la realizzazione che c'è solo con la performance. Io credo che l'habitat della felicità sia solo se incontri, dialoghi, lasci e fai esistere".

Papa Francesco ha approvato la possibilità che le coppie formate da persone dello stesso sesso siano benedette in chiesa. Lei cosa ne pensa? 
"È ancora una volta un gesto di grande profezia e che ci ricorda come ogni uomo sia un cantiere di lavoro: nessuno è 'a posto', tutti siamo in cammino, cantieri di lavoro, appunto, ognuno con le sue luci e le sue ombre. Questa benedizione ha il compito di dire ad ogni uomo che Dio non ti abbandona, non è mai lontano da te".

Un augurio ai trentini per il Natale e il 2024? 
"L'augurio è di tornare ad aver fiducia nella possibilità di costruire un mondo diverso, l'augurio è di tornare a credere di essere umani, incontrarci dialogare e vivere l'esperienza di essere fratelli e sorelle. Questa possibilità è reale".

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