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Sanità

La rabbia degli infermieri trentini: "A Bolzano 600 euro in più in busta, a noi niente"

L'intervento di Nursing Up sul divario che si sta creando tra le due province e il timore dell'esodo dei professionisti

“La Giunta di Bolzano ha recentemente adottato provvedimenti volti ad incentivare economicamente gli studenti infermieri, garantendo anche ai professionisti sanitari agevolazioni economiche per gli appartamenti, creando così i presupposti per incrementare le domande all’università. Con l’annuncio di Kompatscher di aumentare di 600 euro mensili la busta paga del personale infermieristico nel nuovo contratto si rischia di incrementare ulteriormente il divario stipendiale tra Trento e Bolzano”: è così che il sindacalista di Nursing Up Cesare Hoffer inquadra la forbice che si è venuta a creare tra le due province autonome in materia di salari e di professioni sanitarie.

Per Hoffer, se prima la migrazione degli infermieri e dei professionisti della sanità da Trento verso Bolzano era già in atto, ora le nuove condizioni di lavoro in Alto Adige potrebbero dare vita a un esodo. Ma, nel concreto, le risposte da Piazza Dante non sono soddisfacenti: “Nella riunione con l’assessore Spinelli del 9 ottobre abbiamo chiesto formalmente che le risorse economiche siano prioritariamente e celermente indirizzate ad incentivare riconoscere competenza e disagio di infermieri e professionisti sanitari. Ma durante la riunione non abbiamo ricevuto chiari impegni ed indicazioni dalla giunta, al contrario di quanto avvenuto a Bolzano”.

Le richieste

Ciò che chiede Nursing Up è l’attivazione di un tavolo Apran per la stipula di un accordo che preveda la valorizzazione economica di infermieri e professionisti sanitari tramite le specifiche indennità, il miglioramento della conciliazione vita-lavoro, lo sblocco delle mobilità tra i vari presidi dell’Apss per avvicinare i professionisti al proprio domicilio.

“Siamo stanchi di applausi e i ringraziamenti, non vogliamo più essere chiamati eroi, non vogliamo medaglie, ma solo essere considerati professionisti competenti e con elevata responsabilità, che deve essere finalmente riconosciuta in atti concreti, cosa che non abbiamo ancora visto. Se vogliamo garantire ai nostri cittadini cure adeguate, dobbiamo migliorare le attuali condizioni di lavoro dei nostri colleghi ed implementare il numero dei professionisti sanitari in servizio” conclude Hoffer.

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