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Diagnosi del coronavirus con gli ultrasuoni: lo studio dell'Università di Trento

Da Trento uno studio, già pubblicato su una rivista internazionale, che potrebbe aiutare a diagnosticare velocemente i nuovi casi

Diagnosi veloce del coronavirus con gli ultrasuoni: è questa la soluzione che si sta studiando all'Università di Trento in questo periodo di emergenza. I primi risutati sono stati pubblicati nei giornis scorsi sul Journal of Ultrasound in Medicine, rivista dell’American Institute of Ultrasound in Medicine. Quelle elaborate dall'ULTRa - Ultrasound Laboratory di Trento sono tra le prime immagini al mondo da ultrasonografia polmonare in pazienti affetti da Coronavirus. Il protocollo, sviluppato nei laboratori dell'Università di Trento in collaborazione con una decina di equipe cliniche italiane, potrà dare un contributo nel fronteggiare la pandemia, in particolare permettere diagnosi veloci senza passare per il tampone.

La notizia costituisce un primo passo per l'applicazione medica di questa tecnologia, anche oltre l'emergenza. «Per la prima volta in assoluto viene riconosciuta la validità scientifica delle tecniche proposte. Speriamo di contribuire a fronteggiare questa terribile pandemia» commenta Paolo Giorgini, direttore del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione dell'Università di Trento a cui afferisce il laboratorio.

Il laboratorio di Trento è stato contattato dal Policlinico Gemelli, come spiega Libertario Demi, docente coordinatore del progetto ULTRa: "hanno già svolto sessioni per addestrare il personale sanitario all'utilizzo di queste tecniche, siamo a disposizione sia per il training sia per l'ulteriore sviluppo di algoritmi di supporto al personale nella gestione di questa pandemia".

All’Università di Trento, intanto, è arrivata una sonda wireless, fornita da ATL-Ecografi Wireless Milano, su cui saranno installati e testati i software richiesti per fare un ulteriore passo avanti nel facilitare la diagnosi di Covid-19. È una lotta contro il tempo perché l’efficacia dei nuovi strumenti nell’arginare il contagio e nel migliorare la prognosi dipende anche dal momento in cui si potranno utilizzare nelle strutture ospedaliere.

L’articolo, dal titolo “Is there a role for lung ultrasound during the COVID-19 pandemic?”, pubblicato il 21 marzo 2020 dal Journal of Ultrasound in Medicine, è stato scritto da Libertario Demi e Federico Mento (Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione, Università di Trento) in collaborazione con Gino Soldati (Ospedale generale Valle del Serchio, Lucca); Andrea Smargiassi, Riccardo Inchingolo e Danilo Buonsenso (Fondazione Policlinico Universitario Gemelli, Roma); Tiziano Perrone, Domenica Federica Briganti e Stefano Perlini (Fondazione Policlinico San Matteo, Università di Pavia); Elena Torri (Bresciamed, Brescia); Alberto Mariani (Usl Nordovest Toscana, Lucca); Elisa Eleonora Mossolani (Ospedale generale di Voghera); Francesco Tursi (Ospedale generale di Lodi).

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