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Bonus baby sitter solo se entrambi i genitori sono obbligati a lavorare fuori

Con le risorse stanziate saranno coperte, probabilmente, solo le richieste da parte di coppie in cui entrambi i genitori lavorano in sanità o forze dell'ordine

Bonus baby sitter, ma non per tutti. Se è chiaro che la misura, annunciata già due settimane fa dalla Giunta provinciale, non avrebbe accontentato tutti i trentini che si sono ritrovati i figli a casa con la chiusura di scuole ed asili, è anche vero che molti nutrivano forti speranze sull'intervento provinciale. Un intervento che, a quanto si apprende, riguarderà solo le famiglie in cui entrambi i genitori devono lavorare fuori casa tutto il giorno.

Lo stanziamento ad hoc ammonta a 4,5 milioni di euro e servirà per coprire il costo della baby sitter calcolato a 20 euro all'ora. I beneficiari saranno circa 900 nuclei familiari, ma con queste risorse, in pratica, saranno solamente le famiglie del comparto sanità, delle forze dell'ordine e di altri settori pubblici, a beneficiarne.

Delusi i sindacati: “La misura delineata dalla Provincia che esclude gran parte delle lavoratrici, ad eccezione di qualche categoria, non è la risposta al problema delle famiglie. Inconcepibile anche non riconoscere come lavoro a tutti gli effetti lo smart working - spiegano le responsabili per le politiche di genere di Cgil Cisl Uil del Trentino, Claudia Loro, Milena Sega e Marcella Tomasi -. Sarebbero importanti, a riguardo, sgravi contributivi per le aziende in cui vengano siglati accordi collettivi con misure di conciliazione, includendo tra queste il lavoro agile”.

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