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Il premio / Oltrefersina / Via di Madonna Bianca

Groff, un bar che ha fatto la storia

Il noto locale ha ricevuto il riconoscimento come bottega storica, riservato alle attività aperte da almeno 50 anni

Da oltre mezzo secolo, a Trento sud, c’è un locale che è diventato un punto di riferimento non solo dei residenti della zona, ma anche di tutta la città e per turisti e camionisti che scelgono di fermarsi per un caffè appena usciti dall’autostrada A22. Si tratta del bar Groff, in via della Madonna Bianca 114 che oggi, mercoledì 13 dicembre, ha ricevuto dal comune il riconoscimento di “bottega storica”, riservato alle attività commerciali avviate da più di 50 anni.

Bar Groff

Risale al febbraio 1955 infatti la licenza per il pubblico esercizio concessa a Luigi Groff, di Villazzano, firmata dall’allora presidente della provincia Remo Albertini: “In realtà abbiamo sempre pensato che l’apertura ufficiale risalisse un anno prima, al 1954, come abbiamo scritto nell’insegna – racconta la titolare Roberta Trentini, nipote di Groff -. Quello che è sicuro comunque è che siamo aperti da molti anni”. Ed effettivamente, consultare i documenti e le carte che l’attuale responsabile ha raccolto e messo in mostra per l’occasione, è come fare un viaggio nel tempo: ci sono ricevute per i più svariati pagamenti in lire, marchi da bollo per cambiali, bollette di vendita per chinino e pietrine focaie. Un’attività che ha saputo prosperare grazie all’intuizione di Groff, all’instancabile lavoro di sua sorella Lina e sua moglie Annunziata e alla cura e attenzione verso tutti i clienti: “Mio nonno ha avuto grande lungimiranza nell’insediarsi in questo punto della città – spiega Roberta -, che poi si è rivelato molto strategico. Ma ciò che penso abbia fatto la differenza è sempre stato il lato umano di questo locale: lui così come mia mamma che l’ha seguito nella gestione erano fermamente convinti di star svolgendo anzitutto un servizio, di esserci per la gente. Io mi ricordo che se per caso succedeva che mia mamma si svegliava tardi una mattina era agitatissima non perché perdeva l’incasso, ma perché sapeva che c’era quel tal signore che veniva alle cinque la mattina e aveva bisogno di bere un caffè a quell’ora”. 

Il "salottino" di Trento sud

La nipote di Groff non ha mai avuto nessun dubbio sul cammino da intraprendere: “Ufficialmente io ho comprato il bar nel 2007 per ‘dividere’le cose dai miei fratelli, che hanno preso altre strade, per non fare poi torti a nessuno – racconta -. Di fatto comunque sono sempre stata qua, ho tentato di fare un po’ di esami all’università mentre lavoravo qui. Non riuscirei a immaginarmi la vita staccata da questo posto e dalla gente che lo frequenta. Mi piace pensare non di avere un esercizio ma un ‘salottino’ dove le persone vengono, anche un po’ per me”. E proprio grazie alla sua assidua presenza sono tanti i ricordi che ha di suo nonno: “Da piccola ero l’unica che osava contraddirlo, lui era il caposaldo della famiglia – confessa -. Abbiamo avuto anche dei litigi. A tavola voleva che mi sedessi accanto a lui perchè ero la sua ‘peggior nipote’.  Ancora oggi a volte ho l’impressione di vederlo girare tra le sale o quando faccio chiusura. È sempre stato un riferimento centrale per me e in tutti i momenti difficili, quando avrei voluto mollare, mi sono sempre detta che gli avrei fatto un torto enorme. E allo stesso modo mi piace anche ricordare mia nonna e mia zia, che come lui hanno lavorato durissimo per far sì che questo locale crescesse”. Momenti difficili che, come detto, non sono mancati durante questi quasi vent’anni di gestione: “Da un punto di vista economico sicuramente il più complicato è stato il periodo del covid – dichiara Roberta -, principalmente per le incognite che ne derivavano. Io non penso che gli imprenditori abbiano paura di affrontare un ostacolo quando hanno la certezza di sapere a cosa vanno incontro, in quel momento lì queste certezze mancavano. Ma il momento più difficile per me a livello personale è stato quando sono nate le mie figlie piccole, se ho sofferto qualcosa è stato di non aver abbastanza tempo per loro nonostante abbia cambiato gli orari decidendo di chiudere relativamente presto, alle 21:00. Purtroppo questo è un lavoro che porta via davvero tanto tempo”.

Il premio

Oggi, quindi, il grande impegno e la storica attività della famiglia Groff ha ricevuto da parte dell’assessore comunale Monica Baggia il meritato riconoscimento. Il pensiero di Roberta, però, è sempre rivolto a chi l’ha preceduta: “In realtà non lo vedo tanto come un premio per me ma quanto piuttosto per mio nonno e per tutto ciò che ha fatto – conclude la titolare -. È un riconoscimento alla famiglia, io sono ‘solo’ il prosieguo della ruota, sono andata avanti giocoforza. Sembra facile però essere sempre presenti tutti i giorni è dura, adesso io come detto ho un po’ accorciato gli orari, però loro per anni hanno fatto turni impossibili, anche a discapito di quella che era poi la vita famigliare”.

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