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"Trento e Bolzano per cattura o uccisione di M49. Noi pronti a ricorso a Procura"

Diffida di Enpa, Lac, Lav, Lipu, Lndc e Wwf, che vogliono chiedere danno erariale

“Decidere che un orso sia pericoloso per l’incolumità pubblica solamente perché si è alimentato, e per questo condannarlo a morte o all’ergastolo, significa non tollerarne semplicemente l’esistenza". È quanto si legge in una nota delle sigle animaliste Enpa, Lac, Lav, Lipu, Lndc e Wwf, a commento della decisione di catturare - o uccidere - l'ormai celeberrimo M49.

L'ordinanza della provincia di Bolzano

Secondo le associazioni, le misure adottate congiuntamente dalle province autonome di Trento e di Bolzano sarebbero illegittime, in quanto l'animale non avrebbe mostrato alcuna aggressività, limitandosi a cibarsi "attingendo alle fonti disponibili, come qualsiasi altro animale selvatico". Questo comportamento però, fanno notare le sigle, è stato sufficiente perché il presidente Kompatscher firmasse "un’ordinanza che prevede la cattura o l’uccisione dell’orso, in continuità con quanto già deciso dal collega trentino Fugatti".

"I motivi che giustificherebbero la reclusione a vita, ma anche l’uccisione, dell’orso - continuano le associazioni -, sono contenuti nelle quattro righe che costituiscono la scarna relazione prodotta dall’ufficio caccia e pesca, della Provincia di Bolzano, e che riportano due casi in cui l’orso avrebbe danneggiato due apiari e un caso in cui avrebbe aperto un sacco delle immondizie". A queste predazioni si aggiunge quella di una cavalla, avvenuta nella notte tra venerdì e sabato nelle vicinanze del Passo degli Oclini.

La richiesta delle associazioni

Le sigle animaliste hanno inviato una diffida urgente all’amministrazione provinciale, con la richiesta di ritiro immediato dell’ordinanza, "i cui contenuti - dichiarano - sono palesemente illegittimi in quanto non è affatto provata la pericolosità dell’orso". Nel caso si dovesse ricorrere a misure drastiche e cruente per la gestione dell'orso, le associazioni si dichiarano pronte a ricorrere alla procura della Repubblica di Bolzano e alla corte dei conti per il danno causato all'erario. Nel frattempo il centro faunistico del Castellar, da cui M49-Papillon era fuggito lo scorso luglio, sta facendo lavori di adeguamento per poter ospitare nuovamente l'animale in caso di cattura.

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