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Il ricordo più doloroso / Caldes

Un anno fa moriva Andrea Papi. E tutto cambiava per sempre

La vicenda del giovane di Caldes e dell'orsa JJ4 ha sconvolto il Trentino e l'intera nazione, ma quel che resta oggi è solo il dolore e il ricordo. E il fatto che quella tragedia sia (ancora) terreno di scontro

Sembrava un giorno come tanti quel 5 aprile 2023, è stato il giorno che, in un modo o nell’altro, ha cambiato la storia del Trentino. E, forse, del suo popolo. Ed è tutto accaduto in un piccolo centro, Caldes, in piena val di Sole. O meglio, nei boschi sopra Caldes, gli stessi dove è stato trovato senza vita un ragazzo di 26 anni il cui nome, da quel momento in poi, sarebbe stato noto a tutti: Andrea Papi.

Un anno fa, la morte di quello che per tanti era solo “il runner”, ma che per gli affetti più veri e sinceri era semplicemente Andrea, ha aperto uno squarcio nella società civile, trentina e italiana, proprio perché non è stata una morte qualunque. Ucciso da un orso, o meglio un’orsa: quella JJ4 rinchiusa ora al Casteller che, dopo indagini e peripezie per la cattura, è stata riconosciuta come l’animale che ha ucciso il giovane.

Il resto, come noto, è storia. Recente, certo, ma comunque storia. I ricorsi contro l’abbattimento, le manifestazioni, la rabbia sui social, il dolore che non se ne va, quella ricerca di giustizia di cui ancora si parla. Questo e molto altro in un anno in cui, l’unica cosa certa, è che un ragazzo di 26 anni, con tutta la vita davanti, non ha fatto e mai farà ritorno dai genitori, dalla sorella, dalla fidanzata e dagli amici. E mentre il Trentino si prepara a ricordarlo (stasera, alle 20, la messa in ricordo del ragazzo, domani, sabato 6 aprile, una fiaccolata, e l’intitolazione del centro sportivo Le Contre alla memoria di Andrea), il suo nome smuove ancora gli animi.

L'ultimo ricordo della famiglia (che chiede ancora giustizia)

Il ricordo di Alessia

La fidanzata di Papi, Alessia Gregori, in un lungo post ha ricordato i dettagli di una giornata a suo modo indimenticabile. Ma, passando dal passato al presente, la stessa ha aggiunto anche: “Andrea ti voglio ricordare tutti i giorni della mia vita tranne oggi, avere un ricordo nel cuore di ogni giornata, tranne oggi. Oggi non c'è nessuna emozione positiva da trasmettere, oggi il ricordo è solo quello che ognuno di noi ha provato, chi quella notte, chi il giorno dopo, quando hanno saputo, dolore, urla, incredulità. Oggi ci si ricorda solo di cosa potresti aver provato tu in quel momento, dolore, paura, rabbia, non voglio saperlo. Andrea siamo sopravvissuti al dolore e alla tua assenza, ognuno ha trovato la via per incanalare il dolore e provare a trasformarlo in amore, ogni giorno quest'anno abbiamo combattuto, pianto e riso, con te e per te. Lo so che sei orgoglioso di noi. Pensarti con un sorriso oggi non è possibile, oggi è tutto buio, ma domani sarai luce e coraggio per tutti, per chi lascia tutto e va via, per chi prova a ricominciare, per chi ogni giorno racconta del zio Andrea, per chi aspetta ancora il brindisi del suo compleanno, per chi prega, per chi combatte e per chi rinasce”.

Le parole della Provincia

“La Provincia autonoma di Trento è vicina alla famiglia Papi e alla Comunità della val di Sole. Non solo nella durissima giornata del ricordo, ma da quel terribile 5 aprile. Siamo allo stesso modo attenti e responsabili di fronte alle esigenze e alle preoccupazioni espresse in questi mesi in larga parte del Trentino”  commenta l’assessore provinciale all'artigianato, commercio, turismo, foreste, caccia e pesca Roberto Failoni.

“Le parole servono poco, specie in momenti come questo che fanno riaffiorare il dolore - aggiunge ancora Failoni - ma vorrei direi che la nostra risposta, dopo il dramma di un anno fa, è stata ed è nel segno dell’impegno ancora più forte per cercare di dare una svolta ad una situazione che per primi definiamo insostenibile. In questa direzione vanno gli sforzi fatti anzitutto a livello legislativo, con il varo di una nuova legge che definisce le possibilità di intervenire a presidio della sicurezza in presenza di animali problematici o pericolosi. Ma analogo impegno è stato messo nella gestione ordinaria di questa delicatissima partita, aumentando il presidio e le misure di dissuasione, i deterrenti concreti, come la sostituzione dei cassonetti per l’umido o l’intensificazione dei monitoraggi, fino ad arrivare ad un potenziamento delle attività di comunicazione che sono allo studio con nuove iniziative già in cantiere”.

La Lav torna all’attacco

“È passato un anno dalla morte di Andrea Papi, ma sembra che nei palazzi della politica trentina non se ne sia ancora accorto nessuno. Nulla è cambiato dal 5 aprile del 2023, come peraltro nulla è mai cambiato da quando gli orsi sono stati reintrodotti sul territorio provinciale.  Le attività per tenere gli orsi distanti dalle aree urbanizzate sono praticamente all’anno zero: la sostituzione dei cassonetti procede a rilento e comunque con un ritardo di almeno venti anni rispetto al progetto Life Ursus, mentre i siti di foraggiamento degli ungulati, riconosciuti dallo stesso Pacobace come fonti di attrazione alimentare per gli orsi, continuano ad essere tutti al loro posto nonostante la diffida inviata alla Provincia lo scorso anno” commenta in una nota la Lav.

La stessa associazione poi aggiunge: “Nell’anno trascorso dalla tragedia che ha colpito la famiglia Papi non è quindi cambiato nulla, se non in peggio. Se da un lato Fugatti continua a produrre roboanti e minacciosi proclami contro gli orsi, dall’altro prosegue la sua fase letargica: dorme sulle attività di prevenzione, sulle attività di informazione, sulla convivenza. Un ragazzo è morto perché le istituzioni non gli hanno spiegato come comportarsi in un territorio frequentato dagli orsi, eppure questo fatto gravissimo non ha cambiato nulla”.

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